Villa Panza: tra l’arte primitiva del colore e la sperimentazione della luce, la nostra esperienza

Rossana CinquantaARCHITETTURA, ART, CULTURA, FAI, FONDO AMBIENTE ITALIANO, ITALIA, ITALYLeave a Comment

Giuseppe Panza nacque a Milano nel 1923 in una famiglia di industriali vinicoli con diversi interessi nei settori economici e visse in un ambiente di alta borghesia lombarda. Laureatosi in giurisprudenza si occupò del ramo dell’azienda familiare relativo agli affari immobiliari. La passione artistica lo conquistò fin dalla metà degli anni trenta, quand’era ancora un ragazzino dodicenne, tanto da dedicarsi poi da adulto, alla ricerca della bellezza artistica concependo poi il complesso allestimento della propria collezione d’arte, arrivando a una concezione di natura spirituale.

Giuseppe e Giovanna Panza nel parco della Villa di Varese – 1966

Villa Panza, studio 1972. Giuseppe e Giovanna Panza con i figli Giulio, Giovanni, Alessandro, Federico e Maria Giuseppina

Proprio in questo luogo, oggi museo del FAI – Fondo Ambiente Italiano che è riuscito a dare una forma coerente alla sua visione estetica ed etica, realizzando un connubio perfetto, tra equilibrio e armonia, architettura e natura, ambienti interni ed esterni, arredi storici e opere d’arte contemporanea, perseguendo questa magica unione con la complicità degli artisti, offrendo lo spazio necessario per esprimersi, ospitalità e completa disponibilità durante la realizzazione delle opere.
Tra gli artisti più rinomati di Villa Panza, a partire dagli anni 70, ci furono i californiani Robert Irwin e James Turrell che con le loro opere hanno portato i sei ambienti site-conditioned e site-specific presenti nell’ala dei Rustici al primo piano della Villa. Tra questi artisti spicca anche Dan Flavin con la sua arte e sperimentazione al neon, già citato in precedenti post.

James Turrell, Dividing the light, 2007
James Turrell, Ekeberg Skyspace, 2010-13
Robert Irwin, Untitled, 1963-65
Particolari dell’opera Untitled

Durante la visita a questa casa-museo è possibile notare già allo scalone in entrata, e verso il giardino esterno, magnifiche opere d’arte che il Sig. Panza ha voluto nella sua collezione personale. Possiamo già da subito notare il Cone of Water, (2015) dell’artista Meg Webster che si trova subito usciti dalla piccola biblioteca girando a destra. Un’opera assai curiosa, notiamo come l’acqua al suo interno raggiunge il millimetro e non fuoriesce dal vaso, stranamente ricorda un manufatto del film “Alien”.

Cone of water, Meg Webster, 2015


Salendo le scale e dirigendoci verso il primo piano, sulle pareti troveremo delle opere d’arte a colori in tinta unita, il messaggio alla base di queste opere è l’originalità e la ricerca della primitività del colore; su questo piano trova spazio David Simpson ed è il più anziano degli artisti collezionisti negli ultimi vent’anni.
I colori che usa sono speciali e le opere d’arte fatte con questi colori sembrano cambiare con la luce. Per rendere unico il colore di questi quadri l’artista aggiunge la mica che è formata da piccolissimi pezzi di roccia che brillano. proseguendo possiamo ammirare altre opere, Max Cole, Ford Beckman, Julia Mangold di cui quest’ultima è una delle più giovani.

Uscendo dall’edificio, ci troviamo nel giardino della Villa, e facendo quattro passi possiamo decidere se fermarci a mangiare qualcosa, perchè è presente un piccolo ristorante gourmet. Nel bel mezzo del verde siamo riusciti a scorgere ampi cespugli di azalee visitati dalle api e altri insetti particolari, monumentali cespugli verdi tagliati a monolite e una grande area erbosa dove il giardino prosegue in mezzo a fiori e piccole aiuole.

Uno scorcio del giardino della Villa – l’opera è di Peter Randall, Cupressus

Il fil rouge di Villa Panza è proprio l’attenzione e la ricerca costante di Giuseppe Panza sulla luce insieme agli artisti coi quali ha collaborato e che ha aiutato a maturare. Visitando Villa Panza si intuisce questa costante ricerca sia nelle varie opere pittoriche esposte sia nelle installazioni luminose e negli studi site-specific di tutti gli artisti che abbiamo menzionato.

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